FORUM AGRICOLTURA: dalla parte degli agricoltori e della sostenibilità – La Civetta di Minerva
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Non poteva esserci location migliore per ospitare a Siracusa il Forum Agricoltura svoltosi venerdì 5 aprile presso le Cantine Pupillo in contrada Targia. Organizzato dal Partito Democratico di Siracusa sotto la sapiente regia di Fabio Moschella si sono confrontati politici, associazioni di categoria, imprenditori e operatori sociali.
Interventi molto qualificati hanno coinvolto il pubblico numeroso, tra tutti degni di nota ricordiamo per brevità quelli della padrona di casa Carmela Pupillo e di Francesca Oliva che si sono soffermate sull’importanza della difesa del territorio e della prevenzione; di Roberto Giadone (Natura Iblea) sull’importanza dell’inclusione e del rispetto dei dipendenti e del prof. Polo Guarnaccia su alcuni aspetti tecnici e produttivi.
Riportiamo di seguito la relazione di Fabio Moschella che sintetizza il quadro della situazione, ne evidenzia le specificità e le potenzialità e le prospettive future del settore.
La Sicilia del sud est ha uno straordinario patrimonio agroalimentare, terra di produzioni di qualità certificata:
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Vino ( Nero d’Avola, Moscato di Noto, Moscato di Siracusa )
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Olio ( DOP Monti Iblei, IGP Sicilia )
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Agrumi ( arancia rossa, limone di Siracusa )
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Ortofrutta ( pomodoro Pachino, carota novella di Ispica, patata novella di SR, miele degli Iblei.
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Frumento duro ( incremento grani antichi: Tumilia, Perciasacchi
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Mandorla di Avola, Noto
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Patrimonio zootecnico, il comparto trainante del formaggio ragusano.
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28 mila aziende agricole tra Siracusa e Ragusa, con una superficie media di 7 ettari. Struttura giuridica prevalente è l’azienda individuale.
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Tra SR e RG 200 mila ettari di superficie agricola utilizzata, con un enorme patrimonio fondiario.
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Vi è una ricchezza inoltre fatta di lavoratori e imprenditori di oggi e di ieri portatori di saperi anche antichi, competenze, cultura di impresa, tratti che attraversano le generazioni secolari.
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L’agricoltura è un asset strategico dell’economia siciliana e non solo in termini economici. Ma per ciò che esprime in termini di: storia, cultura, lavoro, futuro.
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La Sicilia è la prima regione italiana per superficie agricola utilizzata. Prima per numero di occupati in agricoltura. Seconda, dopo la Lombardia, per valore del PIL. Prima per numero di aziende agricole.
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Tuttavia questa nostra agricoltura così importante rischia di avvitarsi in una crisi sistemica, non congiunturale. Convivono modernità e arretratezza.
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Stanno scomparendo molte imprese, soprattutto piccole e familiari. Cresce l’indebitamento verso le banche, si riduce la possibilità di ricorrere al credito, cresce l’indebitamento verso l’INPS, i fornitori. Cresce il costo del denaro, la piaga dell’usura. Al lavoro tutelato si aggiungono fasce di lavoro sommerso.
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Imprese orientate al mercato e piccole e medie imprese che fanno fatica a sbarcare il lunario.
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A questi aspetti congiunturali si legano problemi più profondi, tipici di una crisi sistemica. La crisi climatica ( l’Italia e la Sicilia sono considerati un hot spot dei cambiamenti climatici ), la riduzione delle superfici agricole a causa del consumo di suolo ( un quarto della SAU negli ultimi decenni ), il degrado della fertilità dei terreni agricoli a causa dell’uso indiscriminato di fertilizzanti chimici, l’inquinamento delle acque dolci sotterranee, la salinizzazione delle falde e dei suoli. La siccità sta producendo una serissima diminuzione delle produzioni agricole, un aumento dei costi energetici per l’attingimento dai pozzi trivellati. La rete idrica siciliana è in una condizione drammatica. I consorzi sono commissariati da 30 anni, spesso non erogano acqua pur intimando il pagamento delle quote consortili agli agricoltori. Il governo regionale ha chiesto lo stato di emergenza nazionale, opportuno per carità, ma alla Sicilia servirebbe un “ piano Marshall” con investimenti strutturali, manutenzioni straordinarie, sviluppo di progetti di desalinizzazione delle acque marine.
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Si ripetono con costante frequenza lunghe ondate di calore ( Siracusa il 25 luglio 2023 è stata la città più calda d’Europa con i 47° ), piogge alluvionali che i terreni non riescono a sopportare, venti ciclonici. Gli studiosi lanciano allarmi da decenni eppure non si placa il negazionismo del clima che diventa ogni giorno di più patetico e irresponsabile.
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LA POLITICA NON PUO’ NON OCCUPARSI DI TUTTO QUESTO E NON PUO’ FARLO SOLO IN TERMINI DI EMERGENZA E CONGIUNTURALI.
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Il 2024 un anno importante per l’agricoltura.
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Il 9 giugno si terranno le elezioni europee. Che fine farà la PAC, che da alcuni mesi sembra essere figlia di nessuno?
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A settembre Siracusa ospiterà il G7 dell’agricoltura e della pesca. Si riuniranno per sette giorni i ministri di Italia, Stati Uniti, Canada, Giappone, Francia, Germania, Regno Unito. Come si affronteranno i temi della transizione ecologica, dei cambiamenti climatici, della globalizzazione dei mercati. Come ci si rapporterà con le agricolture degli altri continenti? con le produzioni africane, latino americane, cinesi, indiane.
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Il 5 novembre si terranno le elezioni negli USA. Se vincesse Trump prevarrebbe una posizione negazionista rispetto ai cambiamenti climatici che, lui stesso, ha più volte definito un bluff. Così come le sue ostilità rispetto ad ogni tipo di accordo commerciale, in favore del liberismo economico più sfrenato e dei giganti dell’agribusiness.
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Dall’evoluzione di questi passaggi politici dipende dunque il futuro prossimo dell’agricoltura e della transizione ecologica.
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Due agricolture ( industriale / Territorio )
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Si riuscirà a ridimensionare il potere di gruppi finanziari e di multinazionali che controllano gran parte della produzione alimentare industriale: i semi, i fertilizzanti, i pesticidi, la genetica delle razze animali, la trasformazione delle materie prime, la distribuzione. Un sistema che genera sprechi intollerabili, quasi un terzo del cibo prodotto diventa rifiuto. I controlli eccessivi sui prezzi da parte delle multinazionali. Il loro dominio nei mezzi di comunicazione: pornografia del cibo industriale. Sacerdoti del cibo ovunque.
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E la guerra in Ucraina, in medio oriente ?
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Sono questioni lontane? Che non ci riguardano?
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Al contrario. Noi consumiamo regolarmente grano canadese/turco/russo ( mai tanto come in questi anni di guerra ), olio tunisino, limoni argentini, patate egiziane, arance del Sudafrica, aglio cinese, latte tedesco/sloveno, gli agnelli di pasqua arrivano dall’Ungheria, la Francia vende la maggior parte dei propri bovini all’Italia.
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Tutto questo ci riguarda e come. Riguarda direttamente la nostra agricoltura. La guerra in Ucraina ha prodotto un aumento impressionante dei costi di produzione: fertilizzanti, gasolio, sementi, energia. A cui si aggiunta la ripresa dell’inflazione con un conseguente aumento dei prezzi al dettaglio e una riduzione dei consumi dell’agroalimentare.
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Il lavoro degli stagionali è fondamentale per l’esercizio dell’agricoltura, baraccopoli, ghetti. Modello virtuoso di accoglienza. Dignità. Protezione dalle reti criminali nigeriane, maghrebine.
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Il futuro è fatto di agroecologia, migliaia di lavori scientifici dimostrano che le pratiche agroecologiche hanno effetti positivi anche dal punto di vista socio-economico che, insomma, è possibile conciliare la logica del profitto con modelli produttivi green. In questo senso il ruolo delle aziende private è rilevante.
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Negli ultimi sessant’anni l’uso di prodotti fitosanitari di sintesi ha consentito di ottenere importanti risultati in tutto il mondo. Oggi possiamo dire però che questo modello produttivo “ convenzionale “ ha impatti irreversibili sulla salute umana, sulla biodiversità e sull’ambiente. Occorre recuperare le buone pratiche agronomiche e inserirle in un conteso moderno alla luce delle nuove conoscenze e delle nuove tecniche. Diventa importante il ruolo della ricerca e della assistenza tecnica
- Rimodulare gli incentivi in favore degli agricoltori attivi: I soldi della Pac continuano ad andare a poche grandi aziende: l’80% dei finanziamenti premia la rendita fondiaria e l’agricoltura intensiva e solo il 20% va agli imprenditori agricoli.
Conclusione
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Disagio profondo – gli agricoltori sono stati lasciati soli in balia del mercato durante le tempeste del covid e delle guerre
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La PAC deve disegnare un percorso condiviso con gli agricoltori.
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Non serve uno scontro tra agricoltori e ambientalisti, serve un patto politico tra agricoltori e consumatori.
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La politica ha trascurato l’agricoltura, l’agricoltura ha trascurato la politica
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L’agricoltura garantisce il benessere e la vita Il PD al fianco dei produttori che lavorano nel rispetto della salute dei consumatori, della terra, della biodiversità, dell’l’ambiente e dei diritti sociali dei lavoratori.
LA LOCANDINA, I PARTECIPANTI E LA SCALETTA DEGLI INTERVENTI:
FORUM AGRICOLTURA: dalla parte degli agricoltori e della sostenibilità.
Introducono:
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On.le Camilla Laureti parlamentare europea, segreteria nazionale del PD ( collegamento video chiamata )
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On.le Anthony Barbagallo segretario PD Sicilia
Intervengono i parlamentari regionali:
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On.le Tiziano Spada, On.le Giovanni Burtone, On.le Nello Di Pasquale, On.le Ersilia Saverino,
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Paolo Amenta, presidente ANCI Sicilia
Partecipano:
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Carmela Pupillo ( Video 1 ), Roberto Giadone ( video 2 ), Francesca Oliva ( video 3 ), Stefano Caccavari ( video 4 ), Federica Argentati ( video 5 ), Sebastiano Barone ( video 6 ), Rosa Sutera,
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Sandro Gambuzza, Graziano Scardino,
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Paolo Guarnaccia, ricercatore di agronomia e coltivazioni erbacee dell’UNI CT
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Roberto Alosi, Eugenio Elefante, Sebastiano Di Pietro/Andrea Bottaro,
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Padre Di Rosa, Sebino Scaglione.
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Sabina Zuccaro, Renata Giunta, Francesco Azzaro, Sebastiano Gurrieri.
April 7, 2024 at 10:19AM