Le minacce a rettili e anfibi alpini tra frammentazione di habitat e cambiamento climatico con Luca Roner, ospite di “Un … – il Dolomiti

Le minacce a rettili e anfibi alpini tra frammentazione di habitat e cambiamento climatico con Luca Roner, ospite di “Un … – il Dolomiti

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L’essere umano è il protagonista indiscusso dei cambiamenti climatici in atto, e siamo abituati a ragionare sulle cause e sugli effetti del surriscaldamento globale sempre da una prospettiva umana. Eppure, i ricercatori stanno già osservando innumerevoli impatti anche sul mondo animale.

 

Per approfondire questo tema abbiamo invitato Luca Roner, erpetologo e ricercatore al Muse, il museo delle scienze di Trento, come ospite della nuova puntata del podcast “Un quarto d’ora per acclimatarsi”.

 

L’attività di ricerca di Roner si concentra sugli anfibi e sui rettili, “delle specie che in passato sono state accumunate dalla morfologia e dal fatto che la loro attività dipende dalla temperatura esterna, e quindi hanno bisogno di riscaldarsi per poter essere attivi”.

Fotografia di Federica Daldon

La motivazione che lo spinge a perseguire queste ricerche è che “questi animali, a livello globale, rappresentano le due classi di vertebrati in assoluto più minacciate e circa un terzo di entrambe le classi sono considerati a rischio o anche a rischio critico”. I fattori di minaccia sono molteplici: “Il cambiamento climatico in atto è un fattore molto importante proprio perché questi animali dipendono molto dalla temperatura esterna – spiega Roner – addirittura in alcuni rettili le temperature determinano la nascita di individui di diverso sesso, quindi questo è molto importante per il mantenimento delle popolazioni, e gli anfibi sono molto sensibili a essa per una questione di idratazione”.

Fotografia di Federica Daldon

Quella del surriscaldamento globale è una minaccia più recente che va però a sommarsi ad una serie di altri fattori come “la scomparsa l’alterazione e la frammentazione dei loro habitat, che spesso corrispondono ad ambienti umidi e di fondovalle, che noi nel tempo abbiamo urbanizzato o occupato, bonificando le paludi, eliminando gli spazi aperti”. Essenzialmente, per citare il ricercatore: “Abbiamo fatto in modo che venisse a mancare lo spazio per la vita di questa tipologia di animali, che tra l’altro sono degli animali che hanno una scarsissima capacità di movimento, alcuni posso muoversi al massimo di alcuni chilometri, altri addirittura di pochi metri l’anno”.

 

Infine, un altro fattore molto importante è proprio l’uccisione diretta di questi animali, soprattutto degli anfibi, che in primavera migrano tutti verso gli ambienti umidi per la riproduzione: “Forse è capitato, durante le serate di pioggia, di vedere rane, rospi ma anche salamandre sulle strade che noi percorriamo con le nostre vetture, che si dirigono verso le aree umide per riprodursi e rischiano di essere investiti e uccisi” (e spesso, in effetti, accade).

 

In questo senso, c’è ancora un lavoro di educazione e informazione da portare avanti, perchè probabilmente non tutti sanno che “alcune specie anche molto diffuse a livello globale, come ad esempio rospo comune, in questo momento sono considerate a rischio critico, non tanto per la distribuzione perché è una specie molto distribuita ma proprio perché si è visto un declino importantissimo delle popolazioni a causa l’impatto veicolare sommato ad altre minacce, come ad esempio il commercio legato al collezionismo”.

Fotografia di Federica Daldon

Una specie di cui Luca si è occupato negli ultimi anni è la salamandra di Aurora “una sottospecie della salamandra alpina estremamente localizzata che vive solamente in 26 chilometri quadrati in tutto il mondo, sull’altopiano di Sette Comuni, a cavallo tra l’altopiano del Vezzena in Trentino e la zona di Asiago”.  Come ci spiega, si tratta di “una sottospecie rimasta isolata in queste aree e che è uno dei vertebrati più rari d’Italia, se non il vertebrato più raro d’Italia”. Anche in questo caso, la crisi climatica ha avuto un impatto sulla sua conservazione, infatti “la tempesta Vaia nel 2018 ha impattato fortemente le foreste in cui questa salamandra vive portando a un’importantissima distruzione degli habitat”.

 

Qui è possibile ascoltare la puntata, disponibile anche su tutte le principali piattaforme podcast (Spotify, Apple e Google Podcast, Audible):

 

April 8, 2024 at 12:46PM

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