Nature Restoration Law: un indirizzo della sostenibilità – Qdpnews.it – notizie online dell’Alta Marca Trevigiana

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Oggi siamo ampiamente informati su come i cambiamenti ambientali simultanei mettano a dura prova la persistenza della biodiversità e, di conseguenza, la nostra salute ed il nostro benessere. Da almeno una cinquantina d’anni sappiamo anche come la scienza e la pratica della restoration ecology sia in grado di contribuire a superare queste sfide.

Lavorare con i principi della restoration ecology è un impegno che richiede una solida base concettuale fondante sulla scienza e ricerca empirica che affronti, testi e influenzi gli sviluppi teorici.

È con questa consapevolezza che, dopo periodi di polemiche e stalli, il 17 giugno il Consiglio Europeo ha approvato la Nature Restoration Law, una legge che prevede di usare la scienza dell’ecologia del restauro(traduzione italiana della restoration ecology) per ripristinare la funzionalità ecosistemica compromessa.

La domanda che ora dobbiamo porci è se riusciremo a gestire la Nature Restoration Law come un’ottima occasione di sostenibilità così come è stata annunciata.

Affinché si concretizzino gli obbiettivi della Nature Restoration Law, dobbiamo superare un paio di ostacoli. Vediamoli assieme.

Scarsa Comprensione Ecologica: In Italia, in genere quando va bene, si confonde l’ecologia (disciplina biologica che ha qualche secolo) con i movimenti ecologisti e ambientalisti nati negli anni ’80 del secolo scorso. È un po’ come confondere un pediatra con l’amore genitoriale, entrambi indispensabili per la crescita dei bimbi, ma diversi.

Superato l’ostacolo semantico (cos’è l’ecologia e, soprattutto, cosa sono gli ecosistemi) persiste la sempre maggiore confusione burocratico-amministrativa: a chi spetta mettere in atto paradigmi, saperi e strategie ecologiche? Ad un ecologo, risponderanno i più acuti; acuti certo, ma piuttosto ingenui.

Il gap scientifico culturale italiano si riflette anche nella Pubblica Amministrazione che fa fatica ad attribuire alle logiche professionalità progetti, piani e attività gestionali di ecologia del restauro.

Basta avere qualche epifania di quanto fatto da altri e copiarlo male continuando a confondere “ambiente” e “paesaggio” et voilà ecco l’ecologia del restauro italiana.

Ancora una volta utile ribadire che un restauro ecologico inefficace fondamentalmente deriva da una comprensione incompleta o errata degli ecosistemi locali, con la nefasta conseguenza che interventi non appropriati possono danneggiare ulteriormente l’ecosistema invece di migliorarne lo stato.

2. Introduzione di Specie Invasive: Nel tentativo di restaurare un habitat, si possono introdurre specie che, pur non essendo native, diventano invasive e competono con le specie autoctone, portando a squilibri ecologici.

3. Costi Elevati: Le iniziative di restauro possono essere molto costose e richiedere risorse significative. Se non vengono allocate sufficienti risorse finanziarie e umane, il progetto potrebbe fallire o rimanere incompleto.

4. Risultati a Lungo Termine: I benefici del restauro ecologico spesso si manifestano solo nel lungo termine. Senza un’adeguata comunicazione scientifica, ciò può portare a impazienza e insoddisfazione tra i finanziatori o il pubblico, che potrebbero interrompere il supporto prima che si vedano i risultati positivi.

5. Conflitti di Interesse: Le iniziative di restauro possono incontrare resistenze da parte di gruppi con interessi diversi, come agricoltori, aziende e residenti locali non adeguatamente informati. Questi conflitti, esacerbati da un’informazione errata o da una pessima comunicazione, possono ostacolare la pianificazione e l’implementazione delle azioni di restauro.

6. Cambiamenti Climatici: I cambiamenti climatici in atto possono alterare le condizioni ambientali previste durante la pianificazione del restauro, rendendo inefficaci o addirittura dannose alcune delle misure adottate.

7. Monitoraggio e Manutenzione: Il successo del restauro richiede un monitoraggio continuo e la manutenzione degli habitat restaurati. La mancanza di monitoraggio post-restauro può portare al fallimento del progetto.

8. Aspetti Legali e Burocratici: Le complesse normative ambientali possono ritardare l’inizio dei progetti di restauro o creare ostacoli burocratici che ne rallentano i progressi.

Questi pericoli sottolineano l’importanza di una pianificazione dettagliata, basata su solide conoscenze scientifiche e un indispensabile approccio collaborativo che coinvolga tutte le parti interessate.

La UE ci offre un’occasione per fare un buon lavoro. Conosciamo bene i rischi e le minacce di intraprendere strade che portano a vicoli ciechi. Evitiamole, possiamo farcela, ora più che mai dobbiamo farcela.

(Foto: archivio Qdpnews.it).
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June 28, 2024 at 10:07AM

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